venerdì 9 dicembre 2016

La guerra in Siria

Una efficace video presentazione dello scoppio della rivolta e della sua evoluzione in conflitto nazionale e poi regionale supportato dagli stati circostanti e poi di potenze mondiali è disponibile sul sito del corriere

Su www.corriere.it il 26 ottobre è stato pubblicato un articolo che risponde ad alcune semplici domande sulla guerra

Perché c’è la guerra in Siria? L’avete chiesto a Google, vi rispondiamo noi

di Guido Olimpo (link)

WASHINGTON - Siria: un lungo conflitto, migliaia di vittime, diplomazia che non riesce a trovare una soluzione, molti attori sulla scena.


Quando è iniziata la crisi?

Nel marzo 2011 è esplosa la rivolta popolare contro il regime guidato da Bashar Assad. Il potere ha reagito alle manifestazioni di protesta con una repressione feroce. La contestazione si è poi trasformata in lotta armata.

Chi sono gli Assad?

Appartengono alla comunità minoritaria degli alawiti. Bashar è salito al potere nel 2000 alla morte del padre Hafez che era diventato presidente con un golpe nel 1970. Il delfino designato era Basil Assad, ma è deceduto in un incidente stradale e questo ha proiettato Bashar al vertice di un regime che conta comunque su un appoggio di parte della popolazione.

Chi sono i ribelli?

È uno schieramento variegato. Inizialmente erano disertori dell’esercito che hanno fatto fronte comune con settori della contestazione. Oggi operano dozzine di fazioni nazionaliste, islamiste, qaediste ed è presente anche l’Isis. I rapporti tra le formazioni non sono sempre facili, frequenti i cambi di alleanza, i contrasti e anche le battaglie tra loro. Il punto debole è la mancanza di coesione, l’assenza di un progetto comune e una leadership non ben identificabile.

Chi appoggia gli insorti?

Arabia Saudita, Qatar, Turchia sostengono gruppi diversi con denaro, invio di armi, supporto diretto e indiretto. Ognuno di questi paesi manovra per esercitare il suo ruolo attraverso i «cavalli» locali. I paesi occidentali — specie Usa, Francia e Gran Bretagna — hanno garantito aiuti ad alcune «brigate» dell’opposizione, ma con molta cautela. C’è sempre il timore di scegliere il partner sbagliato.

Chi appoggia il regime?

La Russia, che ha schierato un contingente militare, e dispone di un paio di basi. L’Iran, da sempre alleato della Siria, ha inviato consiglieri e reclutato miliziani sciiti in Afghanistan, Pakistan, Libano, Iraq. Elementi poi mandati a combattere al fianco dei governativi. Il movimento sciita libanese Hezbollah. L’Iraq. Teheran considera questo conflitto come parte di quello più ampio che oppone sciiti e sunniti. Per la stessa ragione i paesi del Golfo Persico si sono mobilitati in favore
dell’insurrezione.

Quali sono gli obiettivi degli insorti?

Rovesciare Assad e sostituirlo con una nuova forma di governo. Ma sul futuro le idee sono diverse e non manca chi insegue lo stato islamista. In passato i Paesi che sostengono l’opposizione hanno chiesto l’immediata partenza del dittatore, posizione che però è stata addolcita. Il leader se ne deve andare, ma senza fretta. C’è il timore del vuoto di potere e dunque si spera in qualche forma di transizione.

Quali sono gli obiettivi di Assad?

Piano A: riconquista dell’intero territorio siriano. Piano B: creazione di uno stato che comprende i principali centri urbani e l’area costiera. Ci sono evidenti rischi di spartizione, in particolare nel settore nord, al confine con la Turchia. Qui i guerriglieri curdi, giocando su più tavoli, puntano a rafforzare i loro cantoni. E per questo manovrano cercando sponde negli Usa - che garantiscono assistenza militare —, con i russi e in alcune zone persino con il regime. Rapporti fluidi: Damasco non vuole la frammentazione e in alcune aree si sono presi a fucilate con i curdi.

Quali sono gli obiettivi della Turchia?

Creare una fascia di sicurezza nel nord della Siria con due target: impedire la nascita di un’entità autonoma curda e disporre di un trampolino controllato da ribelli pro-turchi per incidere sul futuro della Siria. Negli ultimi mesi sono mutati i rapporti con i russi. Erano sull’orlo della guerra, ora c’è stato un riavvicinamento, forse temporaneo e tattico. Tutto cambia rapidamente e a seconda delle zone geografiche o del momento.

Quali sono gli obiettivi della Russia?

1) Proteggere l’alleato siriano. 2) Estendere la propria presenza militare nella regione. 3) Accrescere il peso nel Mediterraneo orientale. 4) Tenere a bada le ambizioni turche e contrastare il passo agli Usa. Da qui la presenza di truppe in Siria e di un grande dispositivo aeronavale. Il vero avversario del Cremlino sono gli insorti, l’Isis viene solo in un secondo momento. L’intenzione è quella di spingere i ribelli verso le ali più estreme in modo da negare l’esistenza di un’alternativa «potabile» al regime. E in effetti l’azione del Cremlino non solo ha salvato Assad, ma gli ha permesso di recuperare molto terreno a scapito degli avversari.

Quali sono gli obiettivi Usa?

Lotta allo Stato Islamico e influenzare, attraverso parte della ribellione, il futuro della Siria. La presidenza Obama è stata però comunque prudente, la Casa Bianca ha voluto evitare un coinvolgimento massiccio. Gli americani dispongono poi di due avamposti nell’area curda, basi dalle quali lanciano operazioni contro i jihadisti del Califfato. Oltre all’Isis, hanno colpito i qaedisti di al Nusra.

Quali sono gli obiettivi dell’Isis?

La difesa delle aree del Califfato, mantenendo la continuità territoriale — se possibile — tra il nord est della Siria e l’Iraq. Gli uomini di al Baghdadi controllano due località: Raqqa e Deir ez Zour. Nel conflitto siriano si battono contro ribelli, Usa, curdi e regime

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