strumenti di studio:
- stati dell'America Settentrionale e Centrale
- città capitali dell'America Settentrionale e Centrale
- stati dell'America Meridionale
- città capitali dell'America Meridionale
- cartina muta America Settentrionale e Centrale
- cartina muta America Meridionale
Argomenti di interesse
Perché gli stati del Sud America sono politicamente fragili?
Cosa sta succedendo in Venezuela?
Perché Trump adotta una politica protezionista?
Esiste ancora la discriminazione razziale negli USA?
Il livello di delinquenza nel Sud America è elevato, come viene affrontato?
In quale rapporto sono i singoli stati e la federazione negli USA?
Che rapporto economico lega USA e stati del Sud America?
Quali sono le risorse che USA possiedono e di quali sono carenti?
mercoledì 4 aprile 2018
lunedì 19 marzo 2018
Pascoli, Il fanciullino
"Il fanciullino" è un testo in cui Giovanni Pascoli esprime le sue convinzioni circa la poesia. Il testo è costituito da 20 brevi capitoli ed è stato pubblicato la prima volta nel 1897.
Il testo
Alcuni estratti
Cap. I.
È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E anche, egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora. [...]
Cap. 3
[...] Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella (oh! Il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve) , accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce.
E ciarla intanto, senza chetarsi mai; e, senza lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo per solito, ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle, perché egli è l'Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente. Egli scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose. Egli adatta il nome della cosa più grande alla più piccola, e al contrario. E a ciò lo spinge meglio stupore che ignoranza, e curiosità meglio che loquacità: Impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare. Né il suo linguaggio è imperfetto come di chi non dica la cosa se non a mezzo, ma prodigo anzi, come di chi due pensieri dia per una parola. E a ogni modo dà un segno, un suono, un colore, a cui riconoscere sempre ciò che vide una volta.
C'è dunque chi non ha sentito mai nulla di tutto questo? Forse il fanciullo tace in voi, professore, perché voi avete troppo cipiglio, e voi non lo udite, o banchiere, tra il vostro invisibile e assiduo conteggio. Fa il broncio in te, o contadino, che zappi e vanghi, e non ti puoi fermare a guardare un poco; dorme coi pugni chiusi in te, operaio, che devi stare chiuso tutto il giorno nell'officina piena di fracasso e senza sole.
Ma in tutti è, voglio credere.
Il testo
Alcuni estratti
Cap. I.
È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E anche, egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora. [...]
Cap. 3
[...] Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella (oh! Il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve) , accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce.
E ciarla intanto, senza chetarsi mai; e, senza lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo per solito, ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle, perché egli è l'Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente. Egli scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose. Egli adatta il nome della cosa più grande alla più piccola, e al contrario. E a ciò lo spinge meglio stupore che ignoranza, e curiosità meglio che loquacità: Impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare. Né il suo linguaggio è imperfetto come di chi non dica la cosa se non a mezzo, ma prodigo anzi, come di chi due pensieri dia per una parola. E a ogni modo dà un segno, un suono, un colore, a cui riconoscere sempre ciò che vide una volta.
C'è dunque chi non ha sentito mai nulla di tutto questo? Forse il fanciullo tace in voi, professore, perché voi avete troppo cipiglio, e voi non lo udite, o banchiere, tra il vostro invisibile e assiduo conteggio. Fa il broncio in te, o contadino, che zappi e vanghi, e non ti puoi fermare a guardare un poco; dorme coi pugni chiusi in te, operaio, che devi stare chiuso tutto il giorno nell'officina piena di fracasso e senza sole.
Ma in tutti è, voglio credere.
venerdì 16 marzo 2018
Istituzioni Stato italiano e elezioni politiche 2018
Le istituzioni dello Stato
I risultati delle elezioni
Tappe e regole per la formazione del governo (Davide Ragone, su Magazine di Treccani.it)
Domande
Come avviene la nomina del Presidente del Consiglio dei ministri e la formazione del Governo?
In che modo i risultati delle elezioni influiranno sulle richieste di autonomia della Lombardia?
Chi ha vinto le elezioni e chi otterrà il Governo, visto che lo schieramento di centro destra ha ottenuto più voti, ma il partito con più voti è il M5S?
Perché a nord ha avuto più voti il centro destra e al sud il M5S?
Altre informazioni sulla vita politica
Come nascono le leggi
I risultati delle elezioni
Tappe e regole per la formazione del governo (Davide Ragone, su Magazine di Treccani.it)
Domande
Come avviene la nomina del Presidente del Consiglio dei ministri e la formazione del Governo?
In che modo i risultati delle elezioni influiranno sulle richieste di autonomia della Lombardia?
Chi ha vinto le elezioni e chi otterrà il Governo, visto che lo schieramento di centro destra ha ottenuto più voti, ma il partito con più voti è il M5S?
Perché a nord ha avuto più voti il centro destra e al sud il M5S?
Altre informazioni sulla vita politica
Come nascono le leggi
martedì 6 marzo 2018
giovedì 15 febbraio 2018
Qualità oratorie
Ci sono persone che, quando spiegano qualcosa, riescono a farsi capire molto bene, a tenere incollate le persone, a fare apparire semplici concetti che detti da altri appaiono più complicati. Ma come fanno? Nessuna magia, si tratta di arte oratoria, una invenzione che viene da lontano, ha origine probabilmente al tempo di Omero e di cui l'esponente più conosciuto è Marco Tullio Cicerone, avvocato, scrittore, oratore vissuto a Roma nel I secolo a.C.
Per quanto il mondo attuale sia molto differente dal tempo di Cicerone, ancora la capacità di farsi capire bene ha una grande importanza e può migliorare la qualità delle relazioni e della vita.
Quali sono le qualità oratorie di un divulgatore efficace?
Abbiamo fatto una ricerca personale tra i video per individuare oratori per noi efficaci.
Abruzzo https://youtu.be/O6D9YA2ZHjE | Bardella https://youtu.be/JNKJHGzkvlw | Cesari https://youtu.be/Y6LQpaKSXQE?t=119 | Coco https://youtu.be/1LU72BASQBo | Cosentino https://youtu.be/BU5AUUwFbVE | Di Bello https://youtu.be/savHEcRMjWQ | Dosi https://youtu.be/9CoZ5Ve5P8M | Fanali https://api.edmodo.com/files/818877043/download?f=3aabs97huq6bxcbep8qhqzinr | Fumagalli https://youtu.be/_1mUuPEjEBQ | Gabriele https://youtu.be/iOBi-Yz9blk | Galbussera https://youtu.be/NUWjztrwVWk?t=125 | Gentilucci https://youtu.be/2MrrrqJa-lU | Giovenzana https://youtu.be/4_T1QNRtToc?t=2m | Izzo https://youtu.be/JC--xpy2-qs | Lorigiola https://youtu.be/SUzi4vb6rm0 | Musiu https://youtu.be/QB5xTUwUHYY | Pennucci https://youtu.be/Vpl-4meNrN8 | Riondato
Rovati https://youtu.be/_D8A2hZAUf8?t=1m22s | Tenani https://youtu.be/LlnrnftHoAM | Tremolada
Analisi in classe (Relazione a cura di Niccolò)
Abbiamo guardato dei video scelti da noi studenti in cui la persona che sta parlando spiega in modo efficace l'argomento da lui trattato. Abbiamo esaminato 8 video e ne è uscito che ciò che rende efficace una presentazione è l'utilizzo di linguaggio semplice e accessibile a tutti; questa qualità è stata sottolineata in tutti i video. Oltre ad essa però ce ne sono molte altre, come avere un'esposizione chiara, ricorrere ad esempi, evidenziare i concetti principali con cambi intonazione, rallentamento della voce, gesti, trasmettere la propria passione per l'argomento e, quando possibile, utilizzare immagini relative a ciò che sta spiegando.
Presentazioni di stati dell'Asia
Ogni studente ha svolto autonomamente una breve ricerca di informazioni per presentare in generale uno stato dell'Asia e due suoi elementi significativi: uno di tipo naturale, uno di tipo antropico.
Ognuno ha poi preparato una presentazione di 3 diapositive da usare a supporto della sua esposizione in classe e ha preparato l'esposizione in modo tale che durasse 5 minuti e facesse uso delle abilità oratorie osservate nei video.
Arsi dicendi = arte di parlare
Cicerone ha elaborato uno schema di quali sono le fasi di preparazione di un discorso da tenere in pubblico (nel suo caso erano le arringhe di avvocato) e quelle in cui l'orazione viene effettuata.
L'arte oratoria per Cicerone era "il cosa deve fare un buon oratore in un processo" e si divide in:
INVENTIO: consiste nel trovare gli argomenti
DISPOSITIO: consiste nel creare una scaletta e nel mettere in ordine logico le informazioni raccolte
ELOCUTIO: consiste nel sistemare il testo da un punto di vista stilistico (colores orationes)
MEMORIA: consiste nell'imparare a memoria il testo
ACTIO: esporre l'orazione con grazie gestualità quasi teatrale come se fosse una parte scenica.
La struttura invece dell'orazione in sé si divide in:
EXORDIUM è la parte iniziale (può essere ex abrupto cioè attaccando direttamente il personaggio, vedi Catilinarie)
NARRATIO è l'esposizione dei fatti
DIVISIO consiste nell'esporre la situazione attuale e punti che si vogliono toccare
PROPOSITIO è dove si focalizza e si chiariscono i punti meno chiari detti nella divisio
ARGOMENTATIO o CONFIRMATIO si espongono gli argomenti a favore e contro la tesi, è il cuore dell'orazione
PERORATIO è l'ultima fase dove l'oratore si rivolge al pubblico e fa un appello all'emotività di esso.
Per quanto il mondo attuale sia molto differente dal tempo di Cicerone, ancora la capacità di farsi capire bene ha una grande importanza e può migliorare la qualità delle relazioni e della vita.
Quali sono le qualità oratorie di un divulgatore efficace?
Abbiamo fatto una ricerca personale tra i video per individuare oratori per noi efficaci.
Abruzzo https://youtu.be/O6D9YA2ZHjE | Bardella https://youtu.be/JNKJHGzkvlw | Cesari https://youtu.be/Y6LQpaKSXQE?t=119 | Coco https://youtu.be/1LU72BASQBo | Cosentino https://youtu.be/BU5AUUwFbVE | Di Bello https://youtu.be/savHEcRMjWQ | Dosi https://youtu.be/9CoZ5Ve5P8M | Fanali https://api.edmodo.com/files/818877043/download?f=3aabs97huq6bxcbep8qhqzinr | Fumagalli https://youtu.be/_1mUuPEjEBQ | Gabriele https://youtu.be/iOBi-Yz9blk | Galbussera https://youtu.be/NUWjztrwVWk?t=125 | Gentilucci https://youtu.be/2MrrrqJa-lU | Giovenzana https://youtu.be/4_T1QNRtToc?t=2m | Izzo https://youtu.be/JC--xpy2-qs | Lorigiola https://youtu.be/SUzi4vb6rm0 | Musiu https://youtu.be/QB5xTUwUHYY | Pennucci https://youtu.be/Vpl-4meNrN8 | Riondato
Rovati https://youtu.be/_D8A2hZAUf8?t=1m22s | Tenani https://youtu.be/LlnrnftHoAM | Tremolada
Analisi in classe (Relazione a cura di Niccolò)
Abbiamo guardato dei video scelti da noi studenti in cui la persona che sta parlando spiega in modo efficace l'argomento da lui trattato. Abbiamo esaminato 8 video e ne è uscito che ciò che rende efficace una presentazione è l'utilizzo di linguaggio semplice e accessibile a tutti; questa qualità è stata sottolineata in tutti i video. Oltre ad essa però ce ne sono molte altre, come avere un'esposizione chiara, ricorrere ad esempi, evidenziare i concetti principali con cambi intonazione, rallentamento della voce, gesti, trasmettere la propria passione per l'argomento e, quando possibile, utilizzare immagini relative a ciò che sta spiegando.
Presentazioni di stati dell'Asia
Ogni studente ha svolto autonomamente una breve ricerca di informazioni per presentare in generale uno stato dell'Asia e due suoi elementi significativi: uno di tipo naturale, uno di tipo antropico.
Ognuno ha poi preparato una presentazione di 3 diapositive da usare a supporto della sua esposizione in classe e ha preparato l'esposizione in modo tale che durasse 5 minuti e facesse uso delle abilità oratorie osservate nei video.
Arsi dicendi = arte di parlare
Cicerone ha elaborato uno schema di quali sono le fasi di preparazione di un discorso da tenere in pubblico (nel suo caso erano le arringhe di avvocato) e quelle in cui l'orazione viene effettuata.
L'arte oratoria per Cicerone era "il cosa deve fare un buon oratore in un processo" e si divide in:
INVENTIO: consiste nel trovare gli argomenti
DISPOSITIO: consiste nel creare una scaletta e nel mettere in ordine logico le informazioni raccolte
ELOCUTIO: consiste nel sistemare il testo da un punto di vista stilistico (colores orationes)
MEMORIA: consiste nell'imparare a memoria il testo
ACTIO: esporre l'orazione con grazie gestualità quasi teatrale come se fosse una parte scenica.
La struttura invece dell'orazione in sé si divide in:
EXORDIUM è la parte iniziale (può essere ex abrupto cioè attaccando direttamente il personaggio, vedi Catilinarie)
NARRATIO è l'esposizione dei fatti
DIVISIO consiste nell'esporre la situazione attuale e punti che si vogliono toccare
PROPOSITIO è dove si focalizza e si chiariscono i punti meno chiari detti nella divisio
ARGOMENTATIO o CONFIRMATIO si espongono gli argomenti a favore e contro la tesi, è il cuore dell'orazione
PERORATIO è l'ultima fase dove l'oratore si rivolge al pubblico e fa un appello all'emotività di esso.
martedì 30 gennaio 2018
altre poesie
Pace non trovo, et non ò da far guerra - Petrarca - Canzoniere
Pace non trovo, et non ò da far guerra;
e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;
et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.
Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra,
né per suo mi riten né scioglie il laccio;
et non m’ancide Amore, et non mi sferra,
né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio.
Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido;
et bramo di perir, et cheggio aita;
et ò in odio me stesso, et amo altrui.
Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte et vita:
in questo stato son, donna, per voi.
Pace non trovo, et non ò da far guerra;
e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;
et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.
Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra,
né per suo mi riten né scioglie il laccio;
et non m’ancide Amore, et non mi sferra,
né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio.
Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido;
et bramo di perir, et cheggio aita;
et ò in odio me stesso, et amo altrui.
Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte et vita:
in questo stato son, donna, per voi.
martedì 9 gennaio 2018
Poesie di G. Pascoli
G. Pascoli, Il lampo, da Myricae (1891), sez Tristezze IX
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.
G. Pascoli, Il tuono, da Myricae (1891), sez Tristezze X
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì, di madre, e il moto di una culla.
G. Pascoli, Nebbia, da Canti di Castelvecchio (1907) Myricae (1891), sez Canti di Castelvecchio
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba,
da’ lampi notturni e da’ crolli
d’aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è morto!
Ch’io veda soltanto la siepe
dell’orto,
la mura ch’ha piene le crepe
di valerïane.
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch’io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane
che vogliono ch’ami e che vada!
Ch’io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...
Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch’io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest’orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.
G. Pascoli, Il tuono, da Myricae (1891), sez Tristezze X
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì, di madre, e il moto di una culla.
G. Pascoli, Nebbia, da Canti di Castelvecchio (1907) Myricae (1891), sez Canti di Castelvecchio
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba,
da’ lampi notturni e da’ crolli
d’aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è morto!
Ch’io veda soltanto la siepe
dell’orto,
la mura ch’ha piene le crepe
di valerïane.
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch’io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane
che vogliono ch’ami e che vada!
Ch’io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...
Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch’io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest’orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.
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